mercoledì 4 febbraio 2009

Il mondo nel pallone

Qualche giorno fa sul sito internet del quotidioano "La Gazzetta dello Sport" è apparso un articolo di cui riporto qui sotto il testo in cui si parla del mondo del calcio nell'anno di grazia 2009. Pensavo fosse giusto diffonderlo...buona lettura.

LONDRA (Inghilterra), 28 gennaio 2009 - C’era una volta il calcio. Prima dei soldi e della televisione, della legge Bosman e dei tatuaggi, dei super-agenti e del turnover. D’accordo, non era perfetto. Ma ci si avvicinava. Oggi, invece, è tutto diverso. Anzi, peggio, per i motivi di cui sopra, ma non solo. Il Times ne ha messi in fila 50 (ma sarebbero potuti essere 500, chiosa il giornale) per raccontare la mutazione genetica subìta dal mondo del pallone negli ultimi anni. Cinquanta motivazioni, con annesso commentino velenoso, che non possono non suscitare reazioni, a maggior ragione se si considera che al primo posto della classifica quelli del Times mettono la televisione, definita "il mostro che ha mangiato il calcio".
TURNOVER - Non va bene nemmeno alla Champions League, che si è venduta nome (Coppa dei Campioni) e formula per (tanti) soldi, come pure alla FA Cup, che ha smarrito la sua prerogativa originaria di competizione aperta a tutti per diventare un altro fenomeno mediatico-sportivo. E che dire del turnover? Uno spende cifre folli per andare allo stadio e l’allenatore gli manda in campo una squadra di ragazzini. Il takeover, invece, non solo fa rima, ma fa anche infuriare, perché per capirci qualcosa devi avere un master in economia.
LE BIOGRAFIE - Guardando l’elenco, se alla posizione numero 48 troviamo il calciomercato (fare shopping solo due volte all’anno non funzionerebbe nella vita di tutti i giorni, figurarsi nel calcio); un posto sotto, i numeri delle maglie (bei tempi quando il portiere aveva l’1 e il più bravo della squadra il 10, senza quella mania da football americano che c’è adesso) e al 47° le biografie dei calciatori (Rooney ha già scritto due libri, uno in più di quanti ne abbia mai letti in vita sua), dieci posizioni più in basso finiscono alla berlina i moduli tattici (4-4-1-1; 4-3-3; 3-5-2 e via dicendo) e, più sotto, anche le dichiarazioni ufficiali rese dai giocatori usando parole che spesso nemmeno conoscono (32) e i siti dei club (20), utili giusto per spiegare ai tifosi come arrivare allo stadio e stop.
TATUAGGI E AGENTI - Da bocciare anche i tatuaggi (15), che hanno trasformato gli spogliatoi in un’esplosione di croci celtiche, angeli, proverbi cinesi e nomi vari, per non parlare dei superagenti (14), a cui bastano poche telefonate, l’amicizia di Roman Abramovich e un appartamento a Knightsbridge per sentirsi tali. Naturalmente, il giornale londinese non poteva perdere l’occasione per tirare qualche frecciatina anche al calcio italiano, visto che già la scorsa estate avevano definito la nostra serie A un “gerontocomio di lusso” per le stelle agé che vi giocavano.
I SOLDI DI KAKA' - Ecco perché al 23° posto della classifica ci hanno infilato Kakà, con annessa perfida spiegazione ("se non è interessato ai soldi, perché il Milan lo deve pagare 186.000 euro a settimana?"), ma anche il Manchester City dello sceicco Mansour non ne esce proprio benissimo e si merita la posizione numero 12 per essere “il nuovo Chelsea”. Quando si dice un giudizio lapidario. Questa, comunque, la Top-Ten delle cose più detestabili del calcio moderno:1. La televisione2. Premier League3. Champions League
4. I nuovi stadi5. Il turnover6. Le telefonate dei tifosi negli show radiofonici7. Lo stadio di Wembley
8. I takeover9. La FA Cup10. La musica che celebra i gol