giovedì 23 luglio 2009

C'era una volta la pesca sportiva.

Fin da piccino ho avuto la passione per la pesca, me l'ha trasmessa mio zio che mi ha prima regalato una canna quando avevo quattro anni e poi mi ha portato con lui qualche volta a partire dall'età di dieci anni.
Ho così continuato questa passione soprattutto in estate al termine della scuola, tanto che per la promozione all'esame di terza media mia mamma mi regalò un mulinello Daiwa, comprato dall'orbo a Castel Del Piano. La pesca era il passatempo di molti ragazzi di Santa Fiora quando nei pomeriggi dei mesi di giugno e luglio, più raramente d'agosto, si andava alla Fiora a trascorrere qualche ora. Dato il casino che facevamo ed il momento della giornata scelto (le ore dopo pranzo) prendevamo davvero poco, tante rovelle, pochissimi barbi e quando la giornata aveva dell'incredibile una o due trote quasi mai di misura.
Nonostante che il tempo libero sia venuto meno, ogni tanto sono andato a pescare anche se, anno dopo anno, le soddisfazioni già magre sono diventate fin troppo smilze... Il fiume Fiora si è impoverito sempre più: il disinteresse dell'Amministrazione Comunale, l'inquinamento causato dalla mancata depurazione delle acque, la presenza di una piccola ed inutile diga ENEL, la captazione di molte sorgenti, il calo della portata idrica, i mutamenti climatici e le finte/fantomatiche operazioni di ripopolamento hanno posto fine alla voglia degli appassionati di passare qualche ora lungo le sponde del fiume, costringendo gli stessi a dirottare le loro ambizioni verso i più avveniristici laghetti a pagamento.
Da un punto di vista delle specie ittiche presenti si denota come le uniche superstiti siano le piccole e resistenti rovelle in quanto i barbi sono pressoché scomparsi nel primo tratto del fiume, peraltro oggi trasformato in riserva (ma non si sa di che!), le trote sono rarissime, quando ne prendi una hai la sensazione che sia l'ultima e così ti viene voglia di farle una foto e rimetterla in libertà; come questa in foto qui sopra (clikka per vederla meglio) che ha dovuto subire due-tre mie foto per poi tornare nel suo habitat naturale. Negli ultimi anni si era molto parlato della reintroduzione della trota macrostigma, sottospecie originaria ed autoctona della Toscana meridionale, ma io personalmente le ho viste solo in Peschiera, non so se ci sono arrivate al fiume.
Mi sembra assurdo ed incredibile che tutto questo sia successo e stia tutt'ora accadendo in un territorio come quello di Santa Fiora che di acqua ne ha letteralmente da vendere.